Il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, attesta falsamente l'identità o altre qualità personali di un soggetto in un atto destinato all'autorità giudiziaria, al fine di favorire un terzo, commette il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.). Tale condotta è aggravata se commessa per eseguire o occultare un altro reato, come nel caso di falsa perizia o interpretazione (art. 373 c.p.). Il concorso morale nel reato è configurabile nei confronti del soggetto che, pur non essendo l'autore materiale, abbia determinato o rafforzato il proposito criminoso dell'esecutore, traendone un vantaggio diretto ed esclusivo. Il reato di falsa perizia o interpretazione si prescrive nel termine ordinario di quindici anni dalla sua consumazione, mentre il reato di falsa attestazione è soggetto alla prescrizione ordinaria, che decorre dalla commissione del fatto.