Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione delle risultanze probatorie e la ricostruzione dei fatti compiuta dal giudice di merito non può essere sindacata in sede di legittimità attraverso la deduzione di motivi di violazione di legge relativi all'articolo 192 c.p.p., comma 3, in quanto tali doglianze attengono a questioni di fatto riservate alla competenza del giudice di merito e non possono essere oggetto di un motivo di ricorso per cassazione. Il sindacato di legittimità è invece ammissibile solo nei limiti della manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione, senza che sia consentita una nuova valutazione delle risultanze probatorie o una diversa ricostruzione dei fatti. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a proporre una lettura alternativa degli elementi di prova, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni utilizzate nella motivazione impugnata, è inammissibile per genericità e mancanza di specificità. Analogamente, in tema di patteggiamento in appello ex articolo 599-bis c.p.p., il ricorso per cassazione è inammissibile per quanto riguarda la misura della pena concordata, in quanto il negozio processuale liberamente stipulato dalle parti non può essere unilateralmente modificato, salva l'ipotesi di illegalità della pena concordata.