Il ripristino della custodia cautelare in carcere a seguito dell'allontanamento senza autorizzazione dalla abitazione in cui l'indagato si trovava agli arresti domiciliari è legittimo, anche in presenza di un mero errore materiale nell'indicazione dell'appartamento, purché risulti comunque accertata la concreta evasione dell'imputato dalla misura cautelare cui era sottoposto. In tali casi, la modifica della misura cautelare trova giustificazione nella constatata violazione degli obblighi imposti all'indagato, senza che rilevi l'esatta individuazione dell'appartamento in cui egli si trovava ristretto, atteso che l'allontanamento non autorizzato integra di per sé il presupposto per il ripristino della custodia in carcere. Il giudice, pertanto, nel valutare la legittimità del provvedimento di revoca degli arresti domiciliari e di ripristino della custodia cautelare, deve accertare unicamente la sussistenza dell'evasione dell'indagato dalla misura cautelare cui era sottoposto, senza che assuma rilievo l'esatta individuazione dell'appartamento in cui egli si trovava ristretto, essendo sufficiente la constatazione dell'allontanamento non autorizzato dalla abitazione in cui era sottoposto agli arresti domiciliari.