Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16763 del 16 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:16763PEN

Massima

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Il direttore responsabile di una testata giornalistica non può essere ritenuto penalmente responsabile ai sensi dell'art. 57 c.p. per il reato di diffamazione commesso dal giornalista, qualora il fatto di diffamazione non sia stato consumato per carenza dell'elemento psicologico. In tal caso, infatti, viene meno l'evento tipico del reato colposo attribuibile al direttore, ossia la commissione del reato di diffamazione, che il legislatore ha individuato come l'oggetto del dovere di controllo gravante sul direttore. Di conseguenza, la sentenza di assoluzione del direttore deve essere pronunciata con la formula "il fatto non sussiste", non potendo trovare applicazione la fattispecie colposa omissiva prevista dall'art. 57 c.p. Tuttavia, la pronuncia di rigetto della domanda di rifusione delle spese sostenute dall'imputato, fondata esclusivamente sulla formula assolutoria, deve essere annullata con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello per un nuovo esame, al fine di valutare in concreto l'eventuale sussistenza di profili di colpa nella condotta del querelante, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/02/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale, Dott. LIGNOLA Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso per difetto di interesse.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 22/02/2017 la Corte d'appello di Milano ha confermato la decisione di primo grado, che a…

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