Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23677 del 3 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23677PEN

Massima

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Il reato di calunnia si configura quando l'imputato formula una denuncia falsa, anche se la condotta denunciata non corrisponde, ictu oculi, ad alcuna fattispecie di reato, purché tale denuncia abbia astrattamente l'attitudine a determinare l'instaurazione di un procedimento penale a carico di una persona innocente, con il rischio di una declaratoria di responsabilità. L'inidoneità della denuncia a ledere gli interessi protetti deve essere valutata in base a un giudizio ex ante, ossia con riferimento al momento in cui la denuncia è stata presentata, senza tener conto di circostanze successive che ne possano contraddire il contenuto. Pertanto, la calunnia sussiste anche quando la prospettazione dei fatti, pur non corrispondendo a una fattispecie di reato, non sia manifestamente inverosimile o del tutto priva di credibilità, in quanto tale da rendere superflua qualsiasi indagine ai fini dell'accertamento della sua infondatezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO F. - Presidente

Dott. MOGINI Stefan - Consigliere

Dott. DI SALVO E - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetan - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 959/2012 CORTE APPELLO di PALERMO, del 09/07/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI ((omissis)) che ha concluso per: inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso la sentenza della Corte d'appello di P…

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