Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'approvazione della variante generale al Piano Regolatore Generale del Comune di Palermo, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Le scelte effettuate dall'amministrazione in sede di adozione di un piano regolatore o di una variante costituiscono apprezzamenti di merito, sottratti al sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiati da errori di fatto o da abnormi illogicità. 2. L'utilizzo di elaborati grafici redatti in scala 1:5.000, anziché 1:10.000 come previsto dal disciplinare tipo, non determina l'illegittimità della variante, in quanto tale scala consente una migliore visualizzazione dei siti e non impedisce all'organo di controllo di usufruire di tutti gli elementi per una visione unitaria dello strumento pianificatorio. 3. La mancata contestuale adozione del Piano Regolatore Generale e delle relative prescrizioni esecutive non determina l'illegittimità della variante, in quanto l'art. 2, comma 1, della l.r. n. 71/1978 è stato oggetto di interpretazione autentica dall'art. 102, comma 1, della l.r. n. 4/2003, che ha chiarito che tale obbligo non è più vigente. 4. Le censure di natura procedurale avverso la deliberazione di adozione della variante generale devono essere proposte contestualmente all'impugnazione del decreto regionale di approvazione della variante, in quanto tale provvedimento conferisce a tutto l'iter istruttorio il carattere della definitività. 5. I mutamenti di destinazione urbanistica non possono incidere sulle costruzioni realizzate in base a titoli edilizi regolarmente rilasciati, salvo che non ricadano in aree vincolate a destinazione pubblica o di uso pubblico subordinate all'esproprio.