Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il termine di durata massima delle indagini preliminari decorre dalla data di iscrizione della notitia criminis nel registro degli indagati, ai sensi dell'art. 335 c.p.p., e non dalla data in cui emergono elementi di prova rilevanti, costituendo tale criterio l'unico dotato del requisito della certezza, al fine di evitare interpretazioni arbitrarie e sconfinamenti nella competenza esclusiva del pubblico ministero. Pertanto, le indagini compiute successivamente alla scadenza del termine di cui agli artt. 407 e 415 c.p.p. non sono inutilizzabili, purché la notitia criminis sia stata tempestivamente iscritta nel registro degli indagati. Inoltre, l'ordinanza cautelare può essere adeguatamente motivata in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza sulla base degli esiti delle intercettazioni telefoniche, che evidenzino i contatti dell'indagato con i gestori del traffico di stupefacenti e con i sub-acquirenti, così da configurare la sua partecipazione e il suo sostegno all'associazione criminosa, anche attraverso il suo coinvolgimento diretto in specifici episodi di trasporto e cessione della droga.