Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11629 del 26 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:11629PEN

Massima

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Il diritto di cronaca giudiziaria, pur rientrando nella più vasta categoria dei diritti pubblici soggettivi relativi alla libertà di manifestazione del pensiero e al diritto dei cittadini di essere informati, trova un limite nel requisito della verità sostanziale dei fatti narrati. Pertanto, il giornalista che riferisca notizie lesive della reputazione di un soggetto coinvolto in indagini o procedimenti penali, senza aver previamente verificato la corrispondenza tra quanto pubblicato e l'effettivo esito del procedimento, non può beneficiare della scriminante dell'esercizio del diritto di cronaca. Ciò in quanto la reputazione del soggetto coinvolto in vicende giudiziarie è tutelata rispetto all'indicazione di fatti lesivi, a condizione che questi siano in correlazione con l'andamento e l'esito del procedimento. Ne consegue che l'affermazione di una pluralità di condanne penali, in assenza di riscontro documentale, integra gli estremi della diffamazione a mezzo stampa, non potendo essere giustificata dall'esercizio del diritto di cronaca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA ((omissis)) del 30/11/2 -

Dott. BEVERE Antonio rel. Consigliere SENTE -

Dott. VESSICHELLI ((omissis)) N. 1 -

Dott. ZAZA ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO ((omissis)) N. 35220/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

3) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 29609/2009 GIP TRIBUNALE di ROMA, del 03/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), d'a.c.r.;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

F…

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