E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 192 cod. proc. pen. in relazione agli art. 3 e 24 cost., laddove è prevista la necessità del mandato speciale per proporre impugnazione anche per il difensore del contumace. Non sussiste violazione dei diritti della difesa, poiché con la suddetta previsione si è voluto rafforzare il rapporto fiduciario tra imputato e difensore, in rispondenza dei principi dell'unitarietà dell'impugnazione e dell'utilità per l'imputato stesso, principi che potrebbero essere frustrati da un'attività difensiva frettolosa ovvero dannosa sotto il profilo della preclusione dell'istanza di remissione in termini, della possibile condanna al pagamento delle ulteriori spese processuali alla eventuale parte civile ed allo stato e della sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende nel caso del ricorso per cassazione. Non è neppure configurabile un contrasto con l'art. 3 cost., poiché la posizione del contumace è diversa da quella dell'imputato formalmente presente al contumace infatti spetta la notifica dello estratto della sentenza - a differenza del secondo. Nei suoi confronti inoltre è stata prevista la remissione in termini per caso fortuito a forza maggiore, nonché la rinnovazione del dibattimento.