Il possesso di un telefono cellulare di provenienza furtiva non integra automaticamente il reato di ricettazione, essendo necessario accertare la sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo, ovvero la consapevolezza da parte dell'acquirente della illecita provenienza del bene. L'obbligo di registrazione dei dati dell'acquirente, previsto per le sole SIM card, non si estende agli apparecchi di telefonia, che possono essere acquistati anche per finalità diverse dalla comunicazione telefonica. Pertanto, il mero possesso di un telefono cellulare di provenienza furtiva, in assenza di una specifica valutazione in ordine alla effettiva conoscenza, da parte dell'acquirente, della illecita provenienza del bene, non è sufficiente a configurare il reato di ricettazione. Il giudice è tenuto a verificare, sulla base di elementi concreti, la sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo, non potendo desumere automaticamente la consapevolezza della illecita provenienza del bene dalla sola condizione di chi lo ha offerto in vendita. L'annullamento della sentenza di condanna con rinvio al giudice di merito per un nuovo giudizio si impone laddove la motivazione risulti illogica o carente sotto il profilo della valutazione dell'elemento psicologico del reato.