Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3539 del 27 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:3539PEN

Massima

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Il provvedimento di revoca della misura cautelare disposto dal giudice di primo grado, in ragione dell'accertata disgregazione dell'associazione mafiosa, non può essere riformato in sede di riesame sulla base della mera affermazione giurisprudenziale astratta secondo cui l'arresto degli affiliati e il sequestro dei patrimoni non implicano necessariamente la cessazione dell'affectio societatis scelerum, ove il pubblico ministero non abbia contestato nel suo gravame l'avvenuta disgregazione del sodalizio, essendo in tal caso precluso il riesame di tale aspetto. In tali ipotesi, la presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. non può trovare applicazione, in quanto il venir meno dell'associazione criminale fa venire meno il presupposto stesso della sua operatività.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1383/2010 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 14/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), in sost. Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale del riesame di Bari, con ordinanza 14-…

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