La revoca dell'autorizzazione unica regionale per la realizzazione e gestione di un impianto di rifiuti è legittima qualora l'amministrazione competente accerti la perdita, in capo al titolare dell'autorizzazione, della disponibilità dell'area su cui insiste l'impianto, a seguito di provvedimento di revoca dell'assegnazione dell'area da parte dell'ente proprietario, anche in presenza di contestazioni circa la legittimità di tale revoca. In tali casi, l'amministrazione non può adottare un provvedimento diverso dalla revoca dell'autorizzazione, in quanto la perdita della disponibilità dell'area rende impossibile la prosecuzione dell'attività autorizzata. La revoca dell'assegnazione dell'area, pur se contestata, costituisce un fatto sopravvenuto che legittima l'amministrazione a revocare l'autorizzazione precedentemente rilasciata, in applicazione del principio di proporzionalità e di tutela dell'interesse pubblico, senza che assuma rilievo la pendenza di un giudizio avverso il provvedimento di revoca dell'assegnazione dell'area. Inoltre, la sospensione della convenzione che attribuiva la disponibilità dell'area, disposta ai sensi dell'art. 56 del d.lgs. 159/2011 (c.d. codice antimafia), non può essere invocata dal titolare dell'autorizzazione per contestare la legittimità della revoca, in quanto tale sospensione riguarda l'intera convenzione, comprese le clausole che attribuivano la disponibilità dell'area.