Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12758 del 22 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:12758PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra reati può essere riconosciuto solo quando i singoli fatti delittuosi siano riconducibili ad un unico disegno criminoso, programmato ab origine nell'ambito delle attività di un'associazione criminosa e non siano invece legati a circostanze o eventi occasionali. Pertanto, la mera appartenenza dell'imputato all'associazione mafiosa non è sufficiente a giustificare il riconoscimento della continuazione tra reati-fine astrattamente inerenti alle attività associative, essendo necessario che tali reati possano ritenersi programmabili ab origine nell'ambito di dette attività e non siano invece il frutto di episodi delittuosi occasionali, estranei al programma criminoso dell'associazione. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del vincolo della continuazione, deve quindi accertare in concreto il nesso teleologico tra i singoli reati e il progetto associativo, senza limitarsi a un mero richiamo formale all'appartenenza dell'imputato all'associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/07/2019 della CORTE di APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del 16 luglio 2019 con la quale la …

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