Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2504 del 21 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:2504PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur legittimamente esercitabile nei confronti di un professionista legale, trova un limite invalicabile nell'utilizzo di espressioni che, per il loro carattere ingiurioso, dileggiante e sprezzante, oltrepassano i confini della continenza e della correttezza, configurando un'aggressione gratuita al patrimonio morale del destinatario, anche quando la critica sia rivolta all'attività professionale svolta nell'interesse di un proprio assistito. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica non può giustificare l'impiego di un linguaggio che, per la sua carica offensiva e denigratoria, trascende la mera manifestazione di disaccordo o disapprovazione, assumendo i connotati di un attacco personale volto a screditare l'avversario mediante l'evocazione della sua presunta indegnità o inadeguatezza, in assenza di qualsivoglia riferimento alla sfera pubblica del destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di;

nei confronti di:

1) DE. PO. RO. CA. RA. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 31/12/2007 GIUDICE DI PACE di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SAVANI PIERO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Cedrangolo Oscar, che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

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