Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28707 del 21 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:28707PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei propri poteri e della propria qualità, costringe o induce persone, anche minorenni, dedite alla prostituzione a subire atti sessuali, commette il reato di violenza sessuale aggravata dall'abuso della qualità di pubblico ufficiale, il quale concorre formalmente con il reato di concussione. Tali reati, pur essendo commessi in epoche diverse da quelle inizialmente contestate, sono comunque ritenuti provati sulla base di dichiarazioni intrinsecamente attendibili delle parti lese, corroborate da elementi esterni di riscontro, quali la descrizione dei luoghi ove sono avvenuti gli abusi e la mancata registrazione degli accompagnamenti, nonché dai contatti telefonici tra l'imputato e una delle vittime. Tuttavia, ove emergano incertezze sulla precisa collocazione temporale di alcuni episodi, il giudice di merito deve verificare la compatibilità di tali fatti con l'organizzazione del servizio e i turni di lavoro degli imputati, al fine di evitare di attribuire responsabilità per fatti diversi da quelli contestati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensori di Fo. St. , nato a (OMESSO), Ca. Gi. , nato ad (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma del 17 novembre del 2008;

udita la relazione svolta del Consigliere Dott. ((omissis));

sentito il Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), il quale ha concluso per l'annullamento con rinvio limitatamente alla determinazione della pena;

uditi i difensori delle parti civili avv. ((omissis)) …

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