Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18536 del 24 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18536PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la richiesta di riconoscimento del vincolo della continuazione tra più reati, deve verificare la sussistenza di elementi concreti e specifici che dimostrino l'unicità del disegno criminoso, non essendo sufficiente il mero riferimento alla contiguità temporale delle condotte o all'identità o analogia dei titoli di reato. Pur potendosi considerare lo stato di tossicodipendenza dell'imputato come indice sintomatico di un'unitarietà della spinta criminosa, tale elemento non è di per sé esaustivo per ritenere l'unicità del disegno criminoso, essendo necessario che ricorrano anche le altre condizioni richieste dalla legge per la configurabilità del reato continuato. Grava pertanto sull'interessato l'onere di allegare tutti gli elementi idonei a dimostrare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento della continuazione, non potendosi il giudice limitare a semplici congetture o presunzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 449/2010 TRIBUNALE di NAPOLI, del 23/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

lette le conclusioni del PG illeg.: inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione (OMISSIS) avverso la ordinanza del Tribunale di Napoli in veste di giudice dell'esecuzione, emessa il 25 marzo 2011, a seguito di sentenza di annullamento della Corte di cass…

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