Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23109 del 9 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23109PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di calunnia, afferma che la valutazione della prova grafica, che ha attribuito al 90% la paternità della firma contestata all'imputato, rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, il quale ha motivato in modo congruo e logico tale conclusione, tenendo conto di tutti gli elementi probatori raccolti. Pertanto, il ricorso che si limita a riproporre questioni già esaminate e risolte nei precedenti gradi di giudizio, senza apportare nuovi e validi argomenti, è dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende. Il principio di diritto affermato è che il giudice di legittimità non può riesaminare nel merito le valutazioni probatorie compiute dai giudici di merito, se queste risultano adeguatamente motivate e prive di illogicità, essendo precluso al ricorrente in cassazione di riproporre questioni già esaminate e risolte nei precedenti gradi di giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO ((omissis)) del 26/05/2 -

Dott. IPPOLITO ((omissis)) SENTE -

Dott. FAZIO ((omissis)) rel. Consigliere N. -

Dott. CITTERIO ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. FIDELBO ((omissis)) N. 8186/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sa. Fr. ;

avverso la sentenza del 9.11.2009 della Corte di Appello di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)) Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. D'((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1…

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