Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esercizio della propria funzione di sindacato giurisdizionale sugli atti del Governo adottati per il contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, afferma il principio secondo cui le misure restrittive imposte dai DPCM impugnati, volte a tutelare il diritto fondamentale alla salute pubblica, costituiscono legittima espressione del potere normativo emergenziale attribuito al Presidente del Consiglio dei Ministri, in quanto: 1. Trovano il loro fondamento costituzionale nell'art. 32 Cost., che consente di porre limitazioni temporanee a diritti e libertà individuali, come la libertà di circolazione e di iniziativa economica, al fine di salvaguardare la salute collettiva dinanzi a una pandemia di portata globale. 2. Sono adottate nel rispetto del principio di proporzionalità, in quanto modulate in relazione all'andamento epidemiologico e alla diversa intensità del contagio nei singoli territori, sulla base di parametri e valutazioni tecniche affidate al Comitato Tecnico Scientifico, il cui apporto consultivo è ritenuto legittimo dalla giurisprudenza costituzionale. 3. Trovano copertura normativa nella legislazione emergenziale (decreti-legge e DPCM), il cui impianto è stato riconosciuto conforme a Costituzione dalla Corte Costituzionale, in quanto idoneo a fornire una risposta pronta ed adeguata a una situazione di emergenza sanitaria dai tratti peculiari e imprevedibili. 4. Non integrano una lesione sproporzionata o irragionevole dei diritti e delle libertà costituzionalmente garantiti, in quanto il bilanciamento tra gli interessi pubblici e privati coinvolti è stato operato in conformità al principio di solidarietà di cui all'art. 2 Cost. e al dovere di ciascuno di concorrere alla tutela della salute pubblica.