Cassazione penale Sez. II sentenza n. 44380 del 16 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:44380PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai fini dell'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto non solo dalla gravità e modalità di esecuzione del fatto, ma anche da elementi sintomatici della pericolosità dell'indagato, quali la serialità nel delinquere e l'atteggiamento processuale mistificatorio e non collaborativo, che non consentono di ritenere alcun ripensamento o resipiscenza. In tema di motivazione dell'ordinanza applicativa della custodia cautelare, l'obbligo di cui all'art. 125 c.p.p., comma 3, è soddisfatto anche mediante l'esplicito riferimento alla precedente ordinanza coercitiva, trattandosi di provvedimento ritenuto valido nei suoi contenuti sostanziali, la cui valutazione è fatta consapevolmente propria dal giudice che procede. Inoltre, la modifica apportata all'art. 292 c.p.p., comma 2 con la L. 332/1995 non impone al giudice del riesame un onere di motivazione tale da rendere necessaria un'analisi puntuale di ogni elemento fornito dalla difesa, quando l'irrilevanza di simile elemento risulti chiara dall'esposizione delle specifiche esigenze cautelari o degli indizi che legittimano in concreto la misura disposta. In tema di scelta e adeguatezza delle misure cautelari, non è necessaria un'analitica dimostrazione delle ragioni che rendono inadeguata ogni altra misura, ma è sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici tratti dalla natura e dalle modalità di commissione dei reati nonché dalla personalità dell'indagato, gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, fanno ragionevolmente ritenere la misura scelta come la più adeguata ad impedire la prosecuzione dell'attività criminosa, rimanendo in tal modo superata e assorbita l'ulteriore dimostrazione dell'inidoneità delle subordinate misure cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BA. FO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1197/2010 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA, del 21/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Di Casola Carlo che chiede l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

Il Tribunale della liberta' di Bologna, con ordinanza in data 21 luglio 2010, confermava l'ordinanza del GIP del Tribunale di Piacenza…

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