Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18125 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18125PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata a un soggetto ritenuto attualmente pericoloso per la sicurezza pubblica sulla base di elementi fattuali convergenti, quali la sua appartenenza a un'importante consorteria mafiosa, i precedenti giudiziari, il periodo di latitanza e l'assenza di segni concreti di resipiscenza o distacco dagli ambienti criminali, anche in assenza di recenti condanne. Il decorso del tempo dalla commissione dei reati e l'attuale svolgimento di attività lavorativa non sono di per sé sufficienti a escludere la persistenza della pericolosità sociale, qualora sussistano altri fattori indicativi della mancata emancipazione del soggetto dagli ambienti e dai canoni mafiosi. La valutazione della pericolosità attuale rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità salvo vizi di violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. RAGO Geppi - rel. Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 22/05/2015 della Corte di Appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RAGO G.;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CARDIA Delia, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 22/05/2015, la Corte di Appello di Reggio Calabria confermava…

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