Il principio di proporzionalità dell'azione amministrativa impone all'amministrazione di adottare un provvedimento non eccedente quanto è opportuno e necessario per conseguire lo scopo prefissato. Nell'esercizio del proprio potere discrezionale, l'amministrazione deve svolgere un'adeguata ponderazione delle contrapposte esigenze, al fine di trovare la soluzione che comporti il minor sacrificio possibile per l'interessato. Il principio di proporzionalità, declinato nei suoi tre momenti applicativi (idoneità, necessarietà e proporzionalità in senso stretto), costituisce un canone di razionalità e giustizia che deve sempre caratterizzare l'azione amministrativa, anche quando essa non abbia rilevanza diretta per il diritto dell'Unione Europea. Pertanto, l'amministrazione non può applicare meccanicamente le norme, ma deve necessariamente eseguirle in coerenza con i parametri della logicità, proporzionalità ed adeguatezza, tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto, ivi comprese le ricadute in termini di privazione dei mezzi di sostentamento per l'interessato e il suo nucleo familiare. La violazione del principio di proporzionalità determina l'annullamento del provvedimento amministrativo adottato.