Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45556 del 26 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45556PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza furtiva, in assenza di indicazioni attendibili sulla sua legittima provenienza, integra il reato di ricettazione, essendo la mancata allegazione di circostanze sull'acquisto rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. L'elemento soggettivo del reato può essere desunto anche dalla qualità del bene posseduto, in particolare quando si tratti di un bene sottoposto a precise regole di circolazione commerciale, la cui provenienza illecita risulti accertata in giudizio sulla base di prove legittime, senza che ciò comporti un'inversione dell'onere della prova a carico dell'imputato. Il divieto di utilizzazione di dichiarazioni rese da testimoni indiretti, previsto dall'art. 195 comma 4 c.p.p., non opera quando le informazioni siano state acquisite in un contesto "extraprocedimentale", anteriore alla formazione della notitia criminis, e siano state utilizzate ai fini dell'accertamento della provenienza del bene, senza che ciò integri una violazione del diritto di difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. MONASTERO Francesco - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - rel. Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) SC. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 788/2004 CORTE APPELLO di LECCE, del 07/04/2006;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/10/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Sc. Gi. ha …

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