Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10299 del 17 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:10299PEN

Massima

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Il reato di minaccia si estingue per il decorso del termine massimo di prescrizione, in assenza di sospensioni, senza che sia necessaria una pronuncia di particolare tenuità del fatto ai sensi dell'art. 131-bis c.p., la quale comporterebbe invece l'iscrizione nel casellario giudiziale. Pertanto, la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, essendo più favorevole all'imputato, deve essere preferita rispetto a una pronuncia di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto. Inoltre, il reato di ingiuria non è più previsto dalla legge come fattispecie criminosa, essendo intervenuta l'abolitio criminis. Conseguentemente, le pronunce di primo e secondo grado devono essere annullate senza rinvio, in quanto il fatto di ingiuria non costituisce più reato e il reato di minaccia è estinto per prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2015 del GIUDICE DI PACE di TRANI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. Elisabetta Maria Morosini;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Mignolo Olga, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 18 settembre 2015 il Giudice di Pace di Trani, anche in presen…

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