La condanna per il reato di detenzione di banconote contraffatte può essere adeguatamente motivata sulla base dei precedenti penali numerosi e gravi dell'imputato e della gravità della sua condotta, senza che ciò comporti una violazione del diritto di difesa dell'imputato o un vizio di motivazione in ordine all'entità della pena inflitta. Il giudice di merito, nel determinare la pena per il reato di detenzione di banconote contraffatte, può legittimamente valorizzare i precedenti penali numerosi e gravi dell'imputato, nonché la gravità della sua condotta, senza che ciò integri una violazione del diritto di difesa o un vizio di motivazione. La nullità derivante dall'ingiustificato diniego o dall'incongrua determinazione del termine a difesa ex art. 108 c.p.p. deve essere eccepita tempestivamente, a pena di decadenza, altrimenti si considera sanata. La valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, inclusi i precedenti penali e la gravità del fatto, consente al giudice di merito di determinare una pena proporzionata e adeguatamente motivata.