La proroga automatica delle concessioni demaniali marittime e lacuali per attività turistico-ricreative, in assenza di una procedura di selezione tra i potenziali candidati, è incompatibile con il diritto dell'Unione Europea, in quanto l'articolo 1, comma 18, del decreto-legge n. 194 del 2009, convertito con modificazioni dalla legge n. 25 del 2010, che prevede tale proroga, contrasta con i principi di parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza sanciti dalla direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno. Tuttavia, l'articolo 24, comma 3-septies, del decreto-legge n. 113 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 160 del 2016, che conferma la validità dei rapporti concessori già instaurati e pendenti in base all'articolo 1, comma 18, del decreto-legge n. 194 del 2009, tende a replicare i vizi di legittimità comunitaria riconosciuti sulla norma stessa. Pertanto, in assenza di una procedura di selezione conforme al diritto dell'Unione Europea, la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime e lacuali per attività turistico-ricreative è da ritenersi illegittima.