Cassazione penale Sez. II sentenza n. 44167 del 23 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:44167PEN

Massima

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Il reato di estorsione tentata si configura quando la condotta dell'agente, pur caratterizzata da violenza o minaccia, mira all'attuazione di una pretesa non tutelabile davanti all'autorità giudiziaria, a differenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, che presuppone l'esistenza di una legittima pretesa suscettibile di tutela giurisdizionale. Pertanto, ai fini della corretta qualificazione giuridica del fatto, non rileva l'intensità o la gravità della violenza o della minaccia in sé considerate, bensì l'elemento intenzionale dell'agente, il quale deve essere diretto al conseguimento di un risultato illecito e non alla tutela di un diritto. L'onere di provare l'esistenza di una pretesa tutelabile in giudizio grava sull'imputato, in mancanza della quale la condotta deve essere ricondotta alla fattispecie di estorsione tentata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza 19/11/2013 della Corte d'appello di Catanzaro, 2 sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GALLO Domenico;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. BALDI Fulvio, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito per (OMISSIS) e (OMISSIS), l'…

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