Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso ordinario per cassazione avverso la sentenza pronunciata ai sensi dell'articolo 599-bis c.p.p. è inammissibile, ferma restando la sola possibilità di proporre quello straordinario per errore di fatto di cui all'articolo 625-bis c.p.p. Ciò in quanto, a seguito delle modifiche apportate al codice di rito dalla L. n. 103 del 2017, il legislatore ha inteso limitare i mezzi di impugnazione esperibili avverso le sentenze emesse a seguito di giudizio abbreviato con il consenso delle parti, al fine di assicurare celerità e definitività al procedimento. Pertanto, il giudice di legittimità, in presenza di un ricorso ordinario avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p., è tenuto a dichiararne l'inammissibilità, potendo il condannato far valere unicamente eventuali errori di fatto attraverso il ricorso straordinario previsto dall'art. 625-bis c.p.p. Tale interpretazione, coerente con il chiaro dettato normativo, risponde all'esigenza di garantire l'effettività del rito speciale, evitando che il procedimento possa essere rallentato o vanificato dall'esperimento di ordinarie impugnazioni, in linea con il principio di ragionevole durata del processo sancito dall'art. 111 Cost. e dall'art. 6 CEDU. Inoltre, la declaratoria di inammissibilità del ricorso ordinario non pregiudica il diritto di difesa del condannato, il quale mantiene la possibilità di far valere eventuali vizi della sentenza attraverso il ricorso straordinario per errore di fatto, idoneo a tutelare le garanzie fondamentali dell'imputato.