Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38443 del 9 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38443PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuazione tra più reati, ai sensi dell'art. 81, comma 2, c.p., presuppone che la decisione di commettere i vari reati sia stata presa dall'agente in un momento precedente la consumazione del primo reato e sia estesa a tutti gli altri, già programmati nelle loro linee generali. Non è sufficiente una mera abitualità o contiguità dell'agente con un'associazione criminale, essendo necessaria la prova di un originario e predisposto piano di azione, tale da integrare un'unica manifestazione della volontà criminosa. La valutazione della sussistenza di tale unitarietà del disegno criminoso spetta al giudice dell'esecuzione, il quale deve motivare in modo puntuale l'esclusione o il riconoscimento della continuazione, senza poter desumere automaticamente tale elemento dalla mera connessione oggettiva tra i reati o dalla partecipazione dell'imputato a un'associazione criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. CO. NI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 28/02/2007 TRIBUNALE di TARANTO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. CORRADINI GRAZIA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. Ciampoli Luigi, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza in data 28.2.2007 il Tribunale di Taranto, quale giudice dell'esecuzione, ha respinto la istanza presentata da Di. Co. Ni. di applicazione della continu…

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