Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41158 del 3 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:41158PEN

Massima

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Il diritto di critica e di denuncia di comportamenti scorretti di un professionista è legittimo e non integra il reato di diffamazione solo se l'esposizione dei fatti è formalmente corretta, contenuta nei limiti strettamente necessari e priva di intento diffamatorio, inserendosi in un documentato contrasto tra le parti. Tuttavia, in assenza di elementi che comprovino l'effettiva sussistenza di irregolarità o illeciti addebitabili al professionista, le affermazioni offensive della sua reputazione, anche se mosse in buona fede, configurano il reato di diffamazione, essendo irrilevante che la diffusione delle stesse si sia limitata a una ristretta cerchia di destinatari. Il risarcimento del danno alla reputazione deve essere commisurato all'effettiva lesione subita, tenendo conto della limitata diffusione delle dichiarazioni offensive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. CAPUTO A. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12/2012 TRIBUNALE di VERONA, del 27/06/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. P. Gaeta, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza de…

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