Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una casa di salute privata avverso i decreti del Commissario ad Acta per l'Attuazione del Piano di Rientro della Sanità nella Regione Campania che avevano definito i limiti di spesa e i contratti con gli erogatori privati per l'assistenza ospedaliera nell'esercizio 2013, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente. Tale pronuncia si fonda sul principio per cui il venir meno dell'interesse della parte ricorrente a ottenere una pronuncia sul merito della controversia, sopravvenuto nel corso del giudizio, determina l'improcedibilità del ricorso, in applicazione degli artt. 35, comma 1, lett. c), e 85, comma 9, del Codice del processo amministrativo. Ciò in quanto l'interesse ad agire, quale presupposto processuale per l'esercizio dell'azione, deve permanere per tutto il corso del giudizio, a pena di improcedibilità della domanda. La compensazione delle spese processuali tra le parti costituite è altresì giustificata dalla definizione in rito della controversia, senza necessità di entrare nel merito delle questioni sostanziali dedotte. In definitiva, il principio di diritto affermato dalla sentenza è che la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente nel corso del giudizio amministrativo determina l'improcedibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza o meno delle censure originariamente proposte, con conseguente compensazione delle spese processuali tra le parti.