Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11992 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:11992PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza delittuosa, pur in assenza di una diretta partecipazione al reato presupposto, può integrare il delitto di ricettazione qualora il soggetto, sulla base di elementi oggettivi e logici, avrebbe dovuto ragionevolmente riconoscere la illecita provenienza del bene. In particolare, la contraffazione del numero di telaio e la presenza di una calcomania recante il numero di telaio originale costituiscono indici sintomatici della consapevolezza, da parte del possessore, della illecita provenienza del bene, rendendo irrilevanti le sue eventuali dichiarazioni di buona fede. Pertanto, il giudice di merito può fondare la condanna per ricettazione sulla base di una valutazione complessiva degli elementi fattuali e logici, senza che la mera contestazione di tali elementi da parte dell'imputato possa comportare una nuova valutazione in sede di legittimità, essendo sufficiente che la motivazione risulti logica, congrua ed adeguata rispetto agli elementi probatori acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LE. GI. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 16/09/2008 della Corte di Appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

Udito il Procuratore Generale in persona del dott. Tindari Baglioni ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO

p.1. Con sentenza del 16/09/2008, la Corte di Appello di Roma, confermava la sentenza pronun…

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