Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33888 del 13 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:33888PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione non può utilizzare l'incidente di esecuzione per far valere eventuali nullità incorse nel giudizio di cognizione, le quali devono essere fatte valere con i normali mezzi di impugnazione previsti dalla legge durante il processo di cognizione. Tali vizi, se non dedotti tempestivamente, restano sanati dal passaggio in giudicato della sentenza e non possono essere successivamente dedotti per paralizzare l'esecuzione. Il giudice dell'esecuzione deve limitare il proprio accertamento alla regolarità formale e sostanziale del titolo esecutivo, senza poter riesaminare la validità degli atti processuali precedenti al passaggio in giudicato. L'unico rimedio esperibile dal condannato in assenza incolpevole è la rescissione del giudicato, non l'incidente di esecuzione diretto alla dichiarazione di non esecutività del titolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 17/12/2019 del TRIBUNALE di PAVIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis))NA SARACENO;
Lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 17 dicembre 2019 il Tribunale di Pavia, pronunciando quale giudice dell'esecuzione, ha rigettato l'istanza avan…

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