Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28725 del 4 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28725PEN

Massima

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Il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione di cui all'art. 630 c.p. richiede, ai fini della sussistenza della gravità indiziaria, non solo la privazione della libertà personale della vittima, ma anche l'accertamento dell'ingiustizia del profitto che l'agente intendeva conseguire mediante tale condotta. Tale requisito costitutivo del reato, distinto dall'ingiustizia della condotta, deve essere oggetto di specifica e motivata valutazione da parte del giudice, anche a livello di gravità indiziaria, senza poter essere confuso con l'elemento soggettivo dell'agente. Analogamente, per il reato di rapina aggravata, il giudice deve fornire una motivazione adeguata e puntuale circa la sussistenza della gravità indiziaria, senza poter fare un mero rinvio implicito ad altri elementi probatori. Il rispetto di tali canoni motivazionali è essenziale ai fini della legittimità del provvedimento cautelare, anche in relazione alla proporzionalità e adeguatezza della misura disposta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - rel. Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 515/2013 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 06/03/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA G. intese allo annullamento con rinvio;

Udito il difensore avv. (OMISSIS) che insiste.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

Sulla richiesta di riesame proposta nell'inter…

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