Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48863 del 21 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:48863PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare il vizio di motivazione di una sentenza ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., non può sostituire la propria valutazione a quella compiuta dai giudici di merito in ordine all'affidabilità delle fonti di prova, ma deve verificare se questi ultimi abbiano esaminato tutti gli elementi a loro disposizione, fornito una corretta interpretazione degli stessi e dato esaustiva e convincente risposta alle deduzioni delle parti, applicando correttamente le regole della logica nello sviluppo delle argomentazioni che hanno giustificato le conclusioni adottate. L'illogicità della motivazione, censurabile in sede di legittimità, deve essere di tale evidenza da risultare percepibile "ictu oculi", senza possibilità di verifica della rispondenza della motivazione alle acquisizioni processuali. Il ricorrente che deduca il vizio di motivazione è tenuto a indicare specificamente gli elementi probatori, presenti negli atti, che sarebbero stati ignorati dal giudice di merito e che sarebbero idonei ad evidenziare in modo immediato ed irrefutabile l'assenza di responsabilità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. GENTILE Domenic - rel. Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. DA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 19939/2005 TRIBUNALE di ROMA, del 02/03/2006;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)) che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

Letti…

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