Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11540 del 23 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:11540PEN

Massima

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La chiamata di correo, ai fini di una corretta valutazione della sua attendibilità ai sensi dell'art. 192, comma 3, c.p.p., richiede che il giudice: 1) valuti la credibilità soggettiva del dichiarante in relazione alla sua personalità, condizioni socio-economiche e familiari, passato, rapporti con i chiamati in correità e genesi della sua decisione di confessare e accusare i coautori e complici; 2) verifichi l'intrinseca consistenza e le caratteristiche delle dichiarazioni del chiamante, alla luce di criteri come precisione, coerenza, costanza e spontaneità; 3) esamini i riscontri esterni. Tale esame deve seguire l'ordine indicato, in quanto non si può procedere a una valutazione unitaria della chiamata di correo e degli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità se prima non si chiariscono gli eventuali dubbi che si addensino sulla chiamata in sé, indipendentemente dagli elementi di verifica esterni ad essa. Ove sussistano tutti i suddetti requisiti, la chiamata di correo ha valore di prova diretta contro l'accusato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LA. RO. CA. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 02/02/2010 della Corte di Assise di Appello di Catania;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per l'inammissibilita';

uditi, per le parti civili, gli avv.ti: ((omissis)) (per la Provincia Re…

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