Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46588 del 24 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:46588PEN

Massima

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Il reato di violenza privata (art. 611 c.p.) si configura quando l'agente, mediante minacce o violenza, costringe taluno a compiere o omettere un atto, al fine di costringerlo a sottoscrivere una falsa denuncia. La condotta deve essere diretta a limitare la libertà di autodeterminazione della vittima, senza che sia necessario l'effettivo conseguimento dello scopo perseguito dall'agente. La minaccia deve essere idonea a incutere timore nella vittima, valutata secondo un criterio oggettivo, e non è rilevante che la denuncia minacciata sia vera o falsa. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la vittima abbia effettivamente sottoscritto la denuncia, essendo sufficiente che l'agente abbia agito con la finalità di costringerla a farlo. La violenza privata è punita anche quando l'atto che si vuole ottenere dalla vittima non costituisce di per sé reato. La condanna per il reato di violenza privata è possibile anche in assenza di una precedente denuncia da parte della vittima, essendo sufficiente che l'agente abbia agito con la finalità di costringerla a sottoscrivere una falsa denuncia. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova testimoniale, purché la motivazione sia logica e coerente. Il mancato accoglimento di una richiesta di integrazione probatoria deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto della rilevanza della prova ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - rel. Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1323/2013 CORTE APPELLO di LECCE, del 16/07/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 16.07.2014, depositata nei termini il 15.09.2014, la Corte d'Appel…

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