Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38717 del 14 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38717PEN

Massima

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L'impugnazione proposta dall'imputato avverso la sentenza del giudice di pace che lo abbia condannato a pena pecuniaria e al risarcimento del danno in favore della parte civile deve essere qualificata come appello, anche in assenza di specifici motivi di impugnazione relativamente alle statuizioni civili, quando con essa si contesti in radice l'accertamento di responsabilità penale, poiché è da tale accertamento che scaturisce la condanna al risarcimento del danno. Pertanto, l'impugnazione dell'imputato, pur non facendo esplicito riferimento al capo relativo alla condanna a favore della parte civile, investe inequivocabilmente anche tale statuizione, denunciando in toto la decisione gravata della quale chiede la riforma al giudice d'appello. L'errore del giudice di ritenere l'impugnazione come ricorso per Cassazione anziché appello comporta l'annullamento del provvedimento e la trasmissione degli atti al giudice di appello per la pronuncia nel merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

1) CI. RO. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/12/2006 GIUDICE DI PACE di SULMONA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI PIERO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso per l'annullamento dell'ordinanza del Tribunale e trasmissione degli atti al Tribunale.

Udito il difensore Av…

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