Il silenzio-assenso formatosi sull'istanza di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di telecomunicazione non può essere successivamente annullato in sede di autotutela dalla pubblica amministrazione, in assenza di una compiuta motivazione circa la sussistenza di un effettivo e attuale interesse pubblico prevalente rispetto agli interessi privati in gioco, da ponderare adeguatamente. Infatti, una volta perfezionatosi il silenzio-assenso, l'amministrazione può intervenire successivamente solo previo annullamento in autotutela del provvedimento tacito, nel rispetto dei requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, tra cui la dimostrazione di un interesse pubblico concreto e attuale all'eliminazione dell'atto, che non si esaurisce nel mero ripristino della legalità violata, ma deve essere comparato con gli interessi pubblici e privati coinvolti, come l'affidamento del privato sulla legittimità dell'impianto già realizzato e l'interesse pubblico allo sviluppo della rete di telecomunicazioni. In assenza di tale ponderazione, l'atto di annullamento in autotutela è illegittimo per carenza di adeguata motivazione.