Il vincolo paesaggistico imposto su un'area ai sensi dell'art. 146 del D.Lgs. 490/1999 (ora art. 142 del D.Lgs. 42/2004) esclude la possibilità di realizzare opere edilizie pertinenziali in assenza di preventiva autorizzazione, anche qualora le stesse siano di modeste dimensioni e non incidano significativamente sull'assetto del territorio. Pertanto, la realizzazione di un manufatto edilizio in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, senza il necessario titolo abilitativo, legittima l'adozione del provvedimento di demolizione da parte della pubblica amministrazione, in quanto trattasi di un abuso edilizio che non può essere ricondotto al regime autorizzatorio previsto per le opere pertinenziali dall'art. 7 della L. 94/1982 e dall'art. 10 della L. 47/1985. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che il vincolo paesaggistico impone il rispetto delle relative prescrizioni urbanistiche ed edilizie, a prescindere dalle dimensioni e dalla natura pertinenziale dell'opera realizzata abusivamente, comportando la doverosa adozione del provvedimento ripristinatorio, senza che sia necessaria una specifica comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio al destinatario, trattandosi di un atto dovuto e vincolato, che non richiede particolari valutazioni discrezionali.