Il parere vincolante di non compatibilità paesaggistica espresso dalla Soprintendenza è legittimo quando le opere realizzate in difformità ai precedenti titoli edilizi, per numero e consistenza, hanno prodotto un'alterazione complessiva del preesistente stato dei luoghi tale per cui non si versa più nella fattispecie di manutenzione ordinaria o straordinaria contemplata dall'art. 149 del d.lgs. n. 42/2004, ma richiedono il preventivo rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'art. 146 dello stesso decreto. Il termine perentorio di novanta giorni entro cui la Soprintendenza deve pronunciarsi sul parere di compatibilità paesaggistica non comporta l'illegittimità sostanziale del parere tardivo, in quanto il potere della Soprintendenza di esprimersi sulla tutela del valore paesaggistico non è esauribile né configurabile un silenzio devolutivo, essendo prevalente l'esigenza di massima protezione del bene paesaggio, di rango costituzionale. Il preavviso di diniego ai sensi dell'art. 10-bis della l. n. 241/1990 non trova applicazione nel procedimento di riesame dell'autorizzazione paesaggistica da parte dell'autorità statale, in quanto incompatibile con la stretta tempistica di tale procedimento.