La chiusura di terrazze, balconi e verande con strutture non facilmente rimovibili, anche se realizzata mediante il pagamento di una somma ai sensi dell'art. 20 della L.R. n. 4/2003, non può essere considerata un'opera precaria e pertanto non è ammissibile la sanatoria edilizia ai sensi dell'art. 13 della L. n. 47/1985. L'Amministrazione è tenuta a disporre la demolizione di tali opere abusive, non essendo possibile l'irrogazione di una mera sanzione pecuniaria ai sensi dell'art. 9 della L.R. n. 37/1985 qualora il ripristino dello stato dei luoghi sia fattibile. Il principio di diritto è che la realizzazione di volumetrie abitative stabili e non precarie, anche se in ampliamento di terrazze o verande, non rientra nell'ambito applicativo della normativa regionale che consente la chiusura di tali spazi senza necessità di titoli abilitativi, richiedendo invece il previo rilascio di idoneo titolo edilizio. L'Amministrazione, accertata la natura non precaria delle opere, è legittimata a negare la sanatoria e a disporre la demolizione, non potendo in tal caso applicare una mera sanzione pecuniaria in luogo della sanzione demolitoria, in quanto il ripristino dello stato dei luoghi è possibile senza rischi per la statica dell'immobile.