La presentazione di una domanda di condono edilizio sospende il procedimento sanzionatorio per l'abuso edilizio, impedendo all'amministrazione comunale di adottare provvedimenti di demolizione prima di essersi pronunciata sull'istanza di sanatoria. Pertanto, l'amministrazione comunale non può legittimamente ordinare la demolizione di opere edilizie abusive qualora il proprietario abbia presentato una domanda di condono, in quanto l'art. 32, comma 25, del d.l. n. 269/2003, convertito nella legge n. 326/2003, richiama le disposizioni del Capo IV e V della legge n. 47/1985, che prevedono espressamente la sospensione dei procedimenti sanzionatori fino alla pronuncia dell'amministrazione sull'istanza di condono. Tale principio trova applicazione anche nel caso in cui emergano discrasie tra i dati identificativi dell'abuso riportati nell'ordinanza di demolizione e quelli indicati nella domanda di condono, purché risulti la coincidenza delle opere abusive oggetto dei due provvedimenti. L'amministrazione, pertanto, è tenuta a valutare la domanda di condono presentata dal proprietario prima di poter legittimamente esercitare il proprio potere sanzionatorio.