Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44898 del 7 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:44898PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per il mantenimento di una misura cautelare, può essere desunto dalla sussistenza di precedenti specifici a carico dell'indagato, anche in relazione a condotte illecite diverse da quella oggetto del procedimento, purché vi sia un nesso logico e fattuale tra tali precedenti e la condotta che ha dato origine all'applicazione della misura. Tuttavia, tale nesso deve essere adeguatamente motivato e supportato dalle risultanze processuali, non potendo fondarsi su mere ipotesi o su elementi non sufficientemente provati. Il giudice è tenuto a valutare con rigore la persistenza del pericolo di reiterazione, evitando valutazioni contraddittorie o travisamenti delle prove acquisite, al fine di assicurare il rispetto del principio di proporzionalità nella limitazione della libertà personale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato in (OMISSIS);

avverso l'ordinanza dell'11/06/2013 del Tribunale di Roma;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SCARDACCIONE Eduardo V., che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Ro…

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