Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15913 del 10 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15913PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna, non può sindacare la valutazione delle prove operata dai giudici di merito, salvo che non risulti manifestamente illogica o viziata da errori di diritto. La motivazione della sentenza impugnata, infatti, deve ritenersi adeguata quando, attraverso un'argomentazione logica e coerente, dia conto dell'attendibilità delle dichiarazioni delle parti offese, del valore probatorio dell'individuazione fotografica e personale, nonché del comportamento dell'imputato volto a impedire l'acquisizione di elementi di prova a suo carico. In tali ipotesi, le censure del ricorrente che si risolvono in una mera prospettazione di una diversa lettura del compendio probatorio sono da considerarsi inammissibili nel giudizio di legittimità, non potendo il giudice di Cassazione sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo che non ricorrano i suddetti vizi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. VERGA G. - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7324/2012 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 04/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza in data 4.12.2012 la Corte d'appello di Bologn…

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