Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8974 del 23 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8974PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, pur potendo disporre d'ufficio la revoca di una sentenza definitiva di condanna ai sensi dell'art. 673 c.p.p. in caso di abolitio criminis, deve comunque rispettare il principio della domanda sancito dall'art. 666 c.p.p., comma 1, e quindi limitarsi all'apprezzamento della richiesta introduttiva, senza poter integrare d'ufficio il contraddittorio delle parti. L'art. 673 c.p.p. si riferisce ai soli casi di abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, non equivalendo la mera evoluzione giurisprudenziale a una operazione creativa di nuovo diritto oggettivo. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, pur potendo rilevare d'ufficio l'abolitio criminis, non può disporre la revoca della sentenza definitiva di condanna al di fuori della richiesta del pubblico ministero, dovendo limitarsi a valutare la domanda introduttiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano;
nei confronti di
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 18/06/2015 del Tribunale di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Angela Tardio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Galasso Aurelio, che ha chiesto annullarsi senza rinvio il provvedimento impugnato.
RITENUTO I…

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