Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3355 del 23 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:3355PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che, mediante l'utilizzo fraudolento del badge di servizio, faccia risultare la propria presenza sul luogo di lavoro in realtà non effettiva, procurandosi indebitamente il pagamento della retribuzione, commette il reato di truffa aggravata ai danni del datore di pubblico impiego. Tale condotta è punibile anche qualora il dipendente si sia allontanato temporaneamente dal luogo di lavoro per esigenze personali, in quanto l'obbligo di presenza fisica sul luogo di servizio per l'intera durata dell'orario di lavoro è un dovere fondamentale del pubblico dipendente, la cui violazione integra gli estremi del reato di truffa. La responsabilità penale del dipendente può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, tra cui le deposizioni testimoniali concordanti circa l'assenza ingiustificata dal luogo di lavoro, a fronte della risultanza formale della presenza rilevata dal sistema di timbratura elettronica. In tali casi, la motivazione della sentenza di condanna può ritenersi adeguatamente formulata anche attraverso un sintetico richiamo alla motivazione del primo giudice, senza necessità di una nuova e completa argomentazione, purché siano state esaminate e confutate in modo esaustivo le deduzioni difensive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1906/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 20/05/2011;

visti gli atti la sentenza e il ricorso;

udita in Pubblica udienza del 22/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale dott. Aniello Roberto che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti.

RITENUTO IN FATTO

(OMISSIS).

1.1)…

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