Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12020 del 25 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:12020PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, desumibile dalla gravità del fatto, dalle modalità della condotta delittuosa e dalla precedente condanna, giustifica il mantenimento della custodia cautelare in carcere, anche in assenza di un contributo particolarmente originale e utile alle indagini da parte dell'imputata, la cui collaborazione non è sufficiente a escludere il predetto pericolo, il quale permane nonostante le condizioni familiari favorevoli dell'imputata. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve considerare la concreta pericolosità sociale dell'imputato, desumibile non solo dalla gravità del reato, ma anche dalle modalità della condotta e dalla sua pregressa condotta criminale, senza che assumano rilievo determinante le condizioni personali e familiari dell'imputato, qualora il pericolo di reiterazione del reato risulti comunque concreto e attuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. FIALE Aldo - Consigliere

Dott. GRILLO Renato - est. Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

JU. DE. PA. Ce. , nata in (OMESSO);

avverso la ordinanza del 12.05.2010 del Tribunale - Sezione Riesame - di Roma;

udita nella udienza del 15 febbraio 2011 la relazione fatta dal Consigliere Dr. Renato GRILLO;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Tribunale d…

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