Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38429 del 17 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:38429PEN

Massima

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Il reato di falso per induzione in atto pubblico, di cui agli articoli 476, 482, 48 e 479 c.p., si configura quando il soggetto agente, con condotte fraudolente, induce in errore un pubblico ufficiale, facendogli compiere atti o redigere documenti non corrispondenti alla realtà. Tale fattispecie si distingue dal reato di sostituzione di persona di cui all'articolo 494 c.p., in quanto il fine perseguito dall'agente non è quello di sostituirsi ad altri, bensì di indurre il pubblico ufficiale a compiere atti o redigere documenti falsi. La qualificazione giuridica del fatto non può essere modificata per la prima volta in sede di legittimità, essendo necessario che la questione sia stata previamente sottoposta al vaglio del giudice di merito, al fine di consentire un adeguato contraddittorio e una motivazione specifica sulla riqualificazione. Pertanto, il giudice di legittimità non può annullare la sentenza impugnata con riferimento ad un profilo della decisione rispetto al quale si configura un inevitabile difetto di motivazione, per essere stato intenzionalmente sottratto alla cognizione del giudice di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 19/04/2018 dalla Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Barbara Calaselice;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Orsi L., che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Bologna, con il provvedimento impugnato, ha conf…

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