Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali e alla commissione di numerosi reati-fine, come la truffa ai danni di compagnie assicurative, può essere desunto in via indiretta da elementi indiziari quali la consumazione seriale di tali reati, che richiedono una distribuzione di ruoli tra i partecipanti, nonché il ruolo di coordinamento e di vertice rivestito dall'indagato all'interno dell'associazione criminosa. Tuttavia, la motivazione del provvedimento cautelare deve essere adeguatamente strutturata, conformandosi al modello delineato dall'art. 292 c.p.p., e deve altresì valutare in modo puntuale le deduzioni difensive, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche o a ritenere che le stesse avvalorano la tesi accusatoria senza spiegarne le ragioni. In particolare, l'incasso di un assegno intestato ad altro soggetto, al fine di trattenere la parcella professionale, non può di per sé costituire un grave indizio del reato di truffa, ove la difesa abbia fornito una plausibile spiegazione di tale condotta.