Il rilascio di permessi di soggiorno ideologicamente falsi, ottenuti mediante la presentazione di false dichiarazioni di emersione di lavoro irregolare, integra il reato di cui agli articoli 110, 48 e 479 c.p., in quanto tale condotta realizza una frode finalizzata a conseguire indebitamente il rilascio di un documento pubblico sulla base di presupposti inesistenti. La responsabilità penale dell'imputato è ravvisabile anche in relazione a tutti i lavoratori extracomunitari menzionati nel capo d'imputazione, in virtù delle emergenze probatorie tratte dalle deposizioni di alcuni di essi e dell'assenza di elementi contabili e di attrezzature presso l'apparente ditta dell'imputato, circostanze che consentono di estendere le risultanze probatorie a tutti i lavoratori coinvolti. Inoltre, la piena consapevolezza dell'imputato dell'illecito perpetrato può desumersi dal fatto che gli extracomunitari erano stati costretti a lavorare gratuitamente in suo favore, versandogli anche somme di denaro, al fine di ottenere i permessi di soggiorno. Il diniego delle attenuanti generiche è adeguatamente motivato, in considerazione della gravità della condotta e dell'abuso di posizione di vantaggio dell'imputato nei confronti di soggetti vulnerabili. La mera irregolarità della notifica dell'estratto contumaciale della sentenza presso il difensore, anziché al domicilio dichiarato, non comporta conseguenze rilevanti, essendo stato comunque proposto efficacemente il ricorso per Cassazione.